La filosofia del Pilates

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LA FILOSOFIA DEL PILATES

di Maximilian Stohr
Direttore di Atelier Pilates

 

Ultimamente si è dibattuto parecchio sul Pilates e la filosofia. Molti sono ancora convinti che parlare di filosofia nel Pilates equivalga ad arrampicarsi sugli specchi riducendo la disciplina solamente a delle sequenze di movimenti. Peccato vederla così, ma ciò significa non avere letto bene i libri di Joseph H. Pilates e non avere mai avuto la possibilità di seguire corsi di formazione o seminari con qualche allievo o allieva di prima o seconda generazione.

Non tutto è perduto e c’è ancora tempo per ricredersi. Leggere questo articolo può essere di aiuto, ma è indispensabile poi andare a studiare il più possibile vicino alla fonte.

Voglio partire da una frase celebre di Eve Gentry, allieva diretta di Joseph H. Pilates, dunque di prima generazione. (L’intervista integrale in inglese è disponibile su YouTube digitando “Eve Gentry Pilates Concept”). Ebbene, ad un certo punto dell’intervista Eve afferma:

«Pilates non è solamente una serie di esercizi, Pilates è un concetto, una filosofia. Ora, puoi imparare ogni esercizio su ogni singolo attrezzoe non conoscere il Pilates. Noi insegniamo concetti. Se insegni solo esercizi allora ti devo chiedere: Sei un insegnante o un nastro trasportatore»?

Già basterebbero queste frasi per far sorgere almeno un dubbio.

Onestamente, devo dire che se avessi letto queste frasi tanti anni fa, non avrei compreso realmente ciò che Eve affermava. Dopo aver terminato il mio lungo percorso con Il mio maestro Ron Fletcher, insegnante di prima generazione, ed aver avuto l’onore di rappresentare la sua scuola a livello internazionale formando insegnanti, ho appreso sempre più la differenza tra concetto ed esercizi, entrando sempre più dentro la vera filosofia del Pilates.

Ma vorrei fare ora un ulteriore passo indietro. Come è noto, il nome originale del Pilates creato dal suo stesso ideatore era Contrology, cioè l’arte del controllo, descritto in breve come «la completa coordinazione di corpo, mente e spirito».

Va da sé che non stiamo parlando di esercizi, né di coreografie, ma di usare la mente per controllare il corpo ed elevare lo spirito.

La parte più dura del Pilates non è il movimento, ma il controllo di tutto il corpo e, senza la mente e la consapevolezza corporea, ecco che la disciplina sembra una ginnastica come un’altra priva di filosofia.

Per comprendere questo basta analizzare i due libri scritti da Joseph Pilates.

Il primo si intitola Return to life through Contrology (Ritorno alla vita attraverso il Contrology). E questa non è già filosofia? Mica parla di tonificazione muscolare o dimagrimento, bensì di ritorno alla vita. Con il Contrology, ognuno ha la possibilità di rinascere. Da qui potremmo aprire tantissime “finestre” come, ad esempio, migliorare l’autostima grazie alla forza mentale acquisita sul proprio corpo e all’aver aumentato la propria consapevolezza corporea.

L’altro libro si intitola Your Health (La vostra salute). Anche qui il titolo non parla certo di esercizi e muscoli.

Il mio consiglio è di leggerli entrambi per capire davvero il significato della visione di Joseph H. Pilates. Esistono anche nella traduzione in italiano e sono imprescindibili per un insegnante che si vuole definire tale, ma anche per un vero appassionato di questa sorprendente disciplina.

Concludo con una frase celebre di Joe:

«È la mente stessa che costruisce il corpo».

Ed ora per fare lo “switch” mentale finale per apprendere la filosofia del Pilates, è necessario studiare, continuare a formarsi e rivedere il materiale già noto con occhi nuovi dando priorità ai principi e ai fondamentali. Buona scoperta!