Intelligenza artificiale vs. intelligenza motoria ed emotiva

Ragazza esegue un esercizio sul tappetino

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Intelligenza artificiale vs. intelligenza motoria ed emotiva

Professionisti Pilates
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INTELLIGENZA ARTIFICIALE VS. INTELLIGENZA MOTORIA E EMOTIVA

di Lucia Nocerino
Presidente APPI

 

Affrontiamo in questo articolo un tema molto attuale e che è stato al centro della scorsa edizione degli APPI DAYS attraverso una riflessione sul corpo, la mente e la tecnologia.
Nel corso degli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (IA) è diventata uno dei temi centrali del dibattito contemporaneo, coinvolgendo numerosi ambiti della vita sociale e professionale: dalla medicina alla finanza, dalla logistica all’arte, fino all’ambito educativo e sportivo. L’IA promette velocità, efficienza e capacità predittiva, ridefinendo in modo profondo il nostro modo di vivere, lavorare e comunicare. Tuttavia, questa crescita esponenziale della tecnologia pone interrogativi fondamentali: fino a che punto può sostituire le competenze umane? E quali tipi di intelligenza restano oggi insostituibili? Ma, in particolare, come può inserirsi e nell’ambito della professione di insegnanti di Pilates e quali possono essere i pro e i contro?

Mettiamo per iniziare le intelligenze a confronto.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE

L’IA è un ramo dell’informatica che si occupa della progettazione e dello sviluppo di sistemi capaci di simulare comportamenti intelligenti tipici dell’essere umano. In altre parole, si tratta di far sì che una macchina sia in grado di:
– apprendere dall’esperienza (machine learning);
– comprendere il linguaggio naturale (NLP);
– risolvere problemi;
– pianificare azioni;
– riconoscere immagini, suoni o volti;
– prendere decisioni autonome.

Tipi principali di IA
1. IA debole (o ristretta): progettata per compiti specifici (es. assistenti vocali, riconoscimento facciale, auto a guida autonoma).
2. IA forte (o generale): ancora teorica, sarebbe capace di ragionare, apprendere e comprendere come un essere umano in qualsiasi ambito.
3. IA generativa: crea nuovi contenuti (testi, immagini, musica, ecc.), come fanno ad esempio ChatGPT, Gemini o Deepseek.

L’IA utilizza algoritmi e dati per cui un sistema può essere addestrato con migliaia di esempi (testi, immagini, conversazioni, ecc.) per individuare schemi e poi generare risposte o prendere decisioni coerenti con ciò che ha “visto” in fase di apprendimento.

L’IA permea ormai tutti i settori quali medicina (diagnosi, analisi immagini mediche), finanza (previsione di mercato, rilevamento frodi), industria (robotica, manutenzione predittiva), educazione (tutor personalizzati), marketing (analisi clienti, contenuti su misura), arte e creatività (scrittura, musica, design).

L’IA viene utilizzata sempre più diffusamente anche nel mondo dello sport e delle scienze motorie, con applicazioni che migliorano prestazioni, prevenzione degli infortuni, allenamento personalizzato e analisi dei dati.

Ecco i principali ambiti di utilizzo.

1. Analisi delle prestazioni
L’IA analizza grandi quantità di dati raccolti da sensori, GPS, videocamere e wearables (es. smartwatch, fasce cardiache) per:
monitorare velocità, potenza, accelerazione, battito cardiaco;
valutare la qualità del movimento;
identificare aree di miglioramento tecnico o fisico;
confrontare dati nel tempo o con quelli di altri atleti.
Esempio: nel calcio o nel basket, l’IA traccia tutti i movimenti dei giocatori per suggerire strategie di gioco migliori.

2. Prevenzione e riabilitazione dagli infortuni
L’IA riconosce schemi di movimento anomali o eccessivo carico su articolazioni che potrebbero indicare rischio di infortunio. Inoltre:
propone esercizi personalizzati di recupero;
adatta il piano di rientro in base ai progressi dell’atleta;
prevede tempi di guarigione basati su dati storici.
Esempio: nei centri fisioterapici sportivi vengono usati software che analizzano biomeccanicamente un movimento (es. squat, corsa) per correggere errori che causano dolore o squilibri.

3. Allenamento personalizzato
L’IA crea programmi di allenamento su misura, adattando intensità, volume, recupero e progressione in base ai dati raccolti:
stato di forma attuale;
sonno, stress, alimentazione;
performance nei giorni precedenti.
Esempio: app come Freeletics o Whoop usano I’A per suggerire il workout ideale in base alla tua “prontezza fisica” quotidiana.

4. Analisi video intelligente
L’IA elabora filmati per:
studiare tecnica di corsa, lancio, salto, nuoto;
valutare le differenze tra atleti di élite e principianti;
correggere postura e gesti tecnici in tempo reale.
Esempio: nei centri di biomeccanica, l’IA corregge automaticamente l’esecuzione di un esercizio mostrandone la versione ottimale sullo schermo.

5. Didattica e formazione
Nei corsi di laurea in scienze motorie o nei percorsi di formazione per allenatori, l’IA viene utilizzata per:
simulazioni 3D del movimento umano;
realtà aumentata per apprendere l’anatomia funzionale;
piattaforme che adattano l’insegnamento alle esigenze dello studente.

6. Statistiche e strategia
Nel mondo professionistico (es. Formula 1, NBA, calcio), l’IA:
analizza le partite per prevedere comportamenti degli avversari;
supporta decisioni tattiche in tempo reale;
valuta il rendimento di un giocatore o di un’intera squadra.
Tuttavia, l’IA lavora principalmente su dati, algoritmi e pattern,e non possiede una consapevolezza corporea o un’esperienza emotiva, elementi fondamentali per creare un programma di allenamento su misura.

INTELLIGENZA MOTORIA

L’intelligenza motoria è una forma di conoscenza che nasce dal corpo in movimento. È legata alla capacità di percepire lo spazio, regolare la postura, coordinare gesti complessi e adattarsi all’ambiente. Essa non è solo una questione di abilità fisica, ma di relazione con il mondo e di apprendimento attraverso l’esperienza concreta. Basti pensare a come impariamo a camminare, a danzare o a praticare uno sport: tutto parte dal corpo, dalla ripetizione, dall’ascolto e dall’interazione.
L’intelligenza motoria è la capacità di controllare consapevolmente e in modo efficace il proprio corpo durante il movimento. Non si tratta solo di abilità fisica, ma dell’integrazione tra pensiero, percezione, coordinazione e azione. È una forma di intelligenza studiata in ambito psicomotorio, pedagogico e neuroscientifico, strettamente legata all’apprendimento motorio, alla consapevolezza corporea e alla plasticità cerebrale.
L’intelligenza motoria può essere descritta come la capacità dell’individuo di risolvere problemi motori in modo adattivo, creativo e coordinato, attraverso la percezione e l’esperienza corporea.
Molte sono le evidenze scientifiche in tal senso come ad esempio gli studi delle neuroscienze o la Teoria della intelligenza multipla di Howard Gardner.

Componenti dell’intelligenza motoria
Coordinazione: controllo preciso dei movimenti;
Adattabilità: capacità di modificare l’azione in base all’ambiente;
Percezione motoria: percepire e anticipare dinamiche spazio-temporali;
Memoria motoria: conservare schemi di movimento;
Creatività motoria: trovare soluzioni nuove a problemi corporei;
Consapevolezza corporea: conoscere il proprio corpo nello spazio.

La relazione tra intelligenza corporea (o motoria) e le fasi dell’apprendimento motorio è profonda e sinergica. Comprendere questo legame aiuta a vedere come il corpo pensi, impari e si adatti attraverso il movimento.

Fasi dell’apprendimento motorio
1. Fase Cognitiva
L’allievo deve capire cosa fare.
Forte componente mentale: attenzione, osservazione, tentativi ed errori.
Movimento goffo, lento, richiede concentrazione.
Coinvolge l’intelligenza corporea come percezione e immaginazione motoria.

2. Fase Associativa
Si inizia a coordinare il gesto.
Meno errori, maggiore fluidità, l’esecuzione diventa più efficiente.
Si associano sensazioni corporee al movimento corretto.
L’intelligenza motoria si esprime nella capacità di adattare e regolare i movimenti.

3. Fase Autonoma
Il gesto è automatizzato e preciso.
Poca attenzione conscia necessaria.
Si ottimizza il gesto per efficienza, velocità, creatività.
⚙️ L’intelligenza corporea è pienamente attiva: il corpo “pensa da sé”.
Nelle tre fasi il ruolo dell’intelligenza corporea si può identificare nel riconoscere e immaginare il gesto; percepire il corpo; attenzione posturale (cognitiva), Sviluppare precisione, coordinazione, consapevolezza; ascoltare il corpo (associativa), usare il corpo come strumento espressivo e adattivo; movimento fluido e creativo (autonoma).
L’intelligenza corporea pertanto non è una fase, ma una competenza trasversale che sostiene, accompagna e accelera ogni fase dell’apprendimento motorio, permettendo al corpo di diventare pensante, adattivo e creativo.

INTELLIGENZA EMOTIVA

L’intelligenza emotiva, concetto reso popolare da Daniel Goleman, scienziato del comportamento di fama mondiale, riguarda invece la capacità di riconoscere e gestire le proprie emozioni, comprendere quelle degli altri e stabilire relazioni empatiche ed efficaci. Questa forma di intelligenza è alla base del nostro benessere psicologico, dell’apprendimento sociale e della comunicazione interpersonale. Anche in questo caso l’esperienza è fondamentale: le emozioni non si imparano sui libri, ma si vivono, si gestiscono e si trasformano nel tempo.
L’intelligenza emotiva è la capacità di comprendere e gestire le tue emozioni. Le competenze coinvolte nell’intelligenza emotiva son: la consapevolezza di sé, la capacità di autocontrollo, la motivazione, l’empatia e le abilità sociali. Recentemente è diventato un termine di tendenza all’interno dei dipartimenti delle risorse umane di tutto il mondo.

Daniel Goleman sostiene che «La parte del cervello relativa all’intelligenza emotiva e sociale è l’ultimo circuito del cervello a diventare anatomicamente maturo. A causa della neuroplasticità, il cervello si modella secondo l’esperienza ripetuta». Sostiene inoltre che l’intelligenza emotiva dovrebbe essere insegnata in modo sistematico a tutte le persone in età infantile.

Gli elementi che compongono l’intelligenza emotiva sono tre.
·       l’auto-consapevolezza è l’arte di capire se stessi: conoscere le proprie debolezze, i punti di forza, i valori e l’impatto che abbiamo sulle persone – la capacità di buona intuizione, essenzialmente. In pratica, questo appare come fiducia in se stessi e come capacità critica costruttiva.
·       l’autogestione è la capacità di di controllare, canalizzare e utilizzare le proprie emozioni in modo funzionale agli obiettivi personali e professionali, mantenendo equilibrio emotivo anche in situazioni di stress o di cambiamento. È la capacità di guidare se stessi, trasformando le emozioni da potenziali ostacoli a risorse per il pensiero, il comportamento e il successo personale.
·       l’empatia è la comprensione di altre persone dal punto di vista emotivo. Ciò significa anche considerare i sentimenti degli altri, soprattutto quando si prendono decisioni importanti. L’empatia include competenza nell’ assumere e trattenere i migliori talenti, la capacità di far evolvere altre persone e la sensibilità di riconoscere le differenze culturali.

Nonostante i progressi straordinari, l’intelligenza artificiale ha ancora limiti evidenti quando si tratta di emulare il comportamento umano in maniera autentica e completa. Le macchine possono imitare espressioni emotive, ma non provano emozioni. Possono riconoscere posture e movimenti, ma non hanno una coscienza corporea. In altre parole, mancano di esperienza incarnata.

La corporeità, infatti, non è solo un mezzo per agire nel mondo, ma è anche un canale fondamentale di apprendimento e comunicazione. Ogni gesto, ogni movimento racconta qualcosa di noi, del nostro stato d’animo, del nostro vissuto. La relazione educativa, sportiva o terapeutica si costruisce non solo con le parole, ma con la presenza fisica, l’intonazione della voce, lo sguardo, il contatto. Questi aspetti, profondamente umani, non sono replicabili da un algoritmo.

L’intelligenza artificiale continuerà a evolversi e ad assumere un ruolo sempre più importante nella nostra vita ma non potrà – e forse non dovrà – sostituire le intelligenze corporee ed emotive, che restano centrali per il nostro sviluppo, la nostra salute e le nostre relazioni.

Investire nella consapevolezza motoria ed emotiva non significa rifiutare il progresso, ma accompagnarlo con umanità e saggezza. Il futuro non sarà solo delle macchine, ma delle persone capaci di abitare il proprio corpo, di sentire le proprie emozioni e di costruire relazioni autentiche, anche in un mondo sempre più digitale.