Il Pilates e il calcio

Gambe di giocatore con palla da calcio

Credits: Freepik.com

 

Il Pilates e il calcio

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IL PILATES E IL CALCIO

di Anna Maria Cova
Direttrice della CovaTech Pilates School

 

Il Pilates è praticato da atleti professionisti di tutte le discipline agonistiche, dal basket al golf, dall’atletica al rugby, dal calcio al tennis, dal running alla ginnastica artistica.

La disciplina, per le sue caratteristiche costitutive e per la profondità dei suoi principi fondanti è, infatti, particolarmente adatta a complementare, compensare e potenziare ogni tipo di attività sportiva. Grazie all’adattabilità̀ del suo repertorio di esercizi, è in grado di inserirsi in qualunque routine di allenamento, sia professionale sia amatoriale. Grazie alla sua funzione di riequilibrio generale, può svolgere un ruolo di compensazione e di correzione allo sport che si pratica, mentre grazie alla finezza del lavoro muscolare, permette di perfezionare il gesto atletico in ogni dettaglio.

Ciò è possibile perché il Pilates è in grado di migliorare la performance atletica sia dal punto di vista prestazionale sia da quello psicologico. Il calcio costituisce un esempio particolarmente ideale quando si parla di campi di applicazione dei benefici del Pilates in questo senso.

Il lavoro sulla Powerhouse è il classico tratto distintivo di cui si parla sempre introducendo la disciplina. Joseph Pilates definiva, infatti, Powerhouse o Girdle of Strength, l’area compresa tra la parte finale della cassa toracica e il bacino, oggi spesso identificata con la parola  (in inglese: nucleo, centro, o anche profondità). Tale area comprende, in una visione anatomica frontale, i retti addominali, gli obliqui e i trasversi mentre, posteriormente, coinvolge i multifidi, i gran dorsali, i quadrati dei lombi, i glutei e gli ileopsoas. Il diaframma e il perineo delimitano superiormente ed inferiormente la Powerhouse.

Per un calciatore, il core, gioca un ruolo in ogni tipo di movimento – dal calciare la palla, allo sprintare, fino allo stop and go nella direzione di corsa. Un core forte e stabile incrementa l’equilibrio e la coordinazione, essenziali per una performance più efficace, un core debole, viceversa, può portare a postura scorretta, decremento della potenza muscolare e aumento della tendenza all’infortunio, specialmente nella zona lombare e delle anche.

Ma non solo: i calciatori hanno bisogno di un ampio range of motion per eseguire movimenti dinamici come i calci alti, le rotazioni veloci e gli sprint. Una flessibilità limitata può portare a stiramenti muscolari, rigidità articolare e alla riduzione della prestazione generale. Incrementare la flessibilità attraverso la pratica del Pilates, aiuta invece a prevenire gli infortuni e a facilitare il recupero, nonché ad una migliore esecuzione della tecnica calcistica.

Per un calciatore, ad esempio, le anche possono diventare un’area di elevata criticità. Molti calciatori non riescono neppure a sedere per terra con le gambe incrociate senza che le loro ginocchia siano sollevate sino ai gomiti. In questo senso, il Pilates fornisce i mezzi per contrastare l’irrigidimento delle anche e migliorarne la mobilità al fine di diventare un atleta più equilibrato, in grado di bilanciare stabilità e flessibilità e capace di avere anche una maggiore potenza di tiro.

Il calciatore professionista, inoltre, è soggetto a svariati possibili infortuni – stiramento del quadricipite, strappi della zona inguinale, dolori lombari. Questi inconvenienti sono spesso il risultato di squilibri muscolari, mancanza di uno stretching appropriato e un lavoro carente sulla muscolatura profonda. Il Pilates può intervenire compensando e colmando queste lacune o squilibri attraverso il lavoro del Matwork e su grandi e piccoli attrezzi.

Il calcio è anche uno degli sport più “mediatici” con un elevato livello di prestazione richiesta e un massiccio impatto psicologico sui professionisti che lo praticano. In questo senso il Pilates è un viatico eccezionale, in quanto aiuta a ristabilire  un equilibrio psicologico grazie al lavoro sulla consapevolezza e sulla propriocezione, allo sviluppo dell’ascolto del proprio corpo e del rispetto dei suoi limiti. Ecco perché molte squadre professionali hanno integrato la disciplina, nei propri protocolli di allenamento.